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03/09/2009
Categoria: Consulente Familiare
     
"LA RELAZIONE E E RELAZIONI NELL'AUTUNNO DELLA VITA" (IV Parte della Relazione sul Congresso Nazionale dell'U.C.I.P.E.M.)

 
L'autunno della vita


Padre Luciano Cupia, del Consultorio La Famiglia di Roma, ha parlato, con la sua naturale verve, de "La relazione e le relazioni nell'autunno della vita". Egli ha introdotto I'arqomento parlando della teoria di Ericsson sulle tappe della personalità e di come lo abbia stimolato a fare una attenta riflessione sulle fasi della nostra vita e ad elaborare una teoria ciclica delle relazioni umane.
L'uomo nella sua vita percorre delle tappe che durano ognuna 20 anni, come un ciclo ripetitivo in cui ogni individuo modifica vari aspetti della propria personalità. Ed in ogni ciclo vi sono varie fasi che si ripetono nella stessa sequenza ma con livelli diversi di consapevolezza.
Dopo la nascita il bambino non si differenzia dal mondo e dalla realtà che lo circonda: io sono il mondo, e sono in simbiosi con tutto ciò che è attorno a me. Poi, nella fase successiva vi è il momento della socializzazione: io sono gli altri, il gruppo o gli amici, l'aggregazione con i propri simili diventa fondamentale ed anche una ragione ed un modo di vivere. Nella terza fase l'individuo pensa: io sono io, aumenta la consapevolezza di sé, la coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti nella ricerca dei propri obiettivi. Nella quarta fase: io sono con gli altri, l'individuo riconosce se stesso e riconosce contemporaneamente gli altri.
In ogni tappa della vita si ripercorre il ciclo delle quattro fasi: io sono il mondo, io sono gli altri, io sono io, io sono con gli altri. E ciò dovrebbe avvenire con maturità e consapevolezza crescenti. In tema di relazioni dell'anziano padre Luciano ha sottolineato che con l'avanza¬re dell'età i rapporti sociali e le relazioni vengono un po' a diminuire, a causa di diverse motivazioni, come per esempio l'allontanamento dal lavoro, la pensione, o anche lo stato di salute precario e la perdita della autosufficienza. Per questo la società tende a metterli da parte. Ma nella famiglia gli anziani diventano invece una risorsa preziosa per i figli e per i nipoti. Diventando vecchio sei più libero, anche di amare. La relazione affettive migliorano con l'età, l'affettività nell'anziano è la propulsione della sua esistenza, vivo perché sono amato.
La relazione con la sessualità va presa in considerazione seriamente, senza atteggiamenti di presunzione, anche per gli anziani. Perché non è più un problema di funzioni ormonali ma la sublimazione dell'amore derivante dal piacere di toccare e di essere toccati, con delicatezza e tenerezza, un bisogno vitale per non sentirsi fuori dal mondo. Un'esigenza che, comunque, va riconosciuta e rispettata. Nella relazione con Dio l'anziano prega per più tempo, si raccoglie in preghiera più facilmente di un giovane, e la preghiera diventa mistica, un abbandono totale alla spiritualità in attesa del passaggio finale. Le virtù dell'anzianità sono: il rilassamento, cioè il rallentamento delle reazioni e delle fasi della vita, non più quindi una corsa parossistica, ma la vita presa con lentezza: la pazienza nel fare le cose e la capacità di sopportare il quotidiano con calma ed accettazione; la mitezza: la capacità di accettare il vecchio e il nuovo senza aggressività: la libertà di fare quello che si vuole senza remore, limiti, costrizione e condizionamenti sociali; la riconoscenza: come gratitudine per quello che gli altri fanno per lui; la tenerezza nella relazione d'amore con l'altro.
Beppe Sivelli ha scritto recentemente in un articolo che: non si invecchia per il solo fatto di aver vissuto degli anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale. A questa frase, che padre Luciano condivide in pieno, lui aggiunge: io non sono sul viale del tramonto ma della speranza!





     
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