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29/05/2008
Categoria: Consulente Familiare
     
P. LUCIANO CUPIA AL SEMINARIO TENUTO A ROMA PARLA DEL CAMMINO EMPATICO NELLA CONSULENZA FAMILIARE

 
P. Luciano Cupia con il gruppo di Lucera


Padre Luciano avvia il suo intervento e sembra volere rispondere alla domanda di fondo del Seminario: qual è il ruolo del Consulente familiare, quale la sua modalità di porsi con l'altro?
" Si tratta di fare un cammino, di prendere per mano e accettare la persona con la quale ci troviamo a camminare".
Ma prima occorre avere bene presenti due assunti di fondo:
1. La Consulenza Familiare è l'arte della relazione; si tratta di aiutare la persona a prendere coscienza del proprio modo di essere in relazione con sé, con il partner, con gli altri;
2. Occorre empatia che è una realtà di difficile definizione; la si sente, la si prova... è guardarsi negli occhi, essere vicino, toccare la profondità dell'altro, è avvertire il suono della voce, la carezza ...
Empatia è simpatia come attitudine clinica, comprensione e insieme intuizione profonda del vissuto dell'altro con completa assenza di giudizio e di complicanze affettive; è infine at¬teggiamento di obiettività.

Si tratta allora di essere con, di essere in cammino e di accompagnare, con queste modalità essenziali:

• Immaginate una persona davanti a voi; vi alzate e vi ponete vicino a lei; siamo insieme, non vado avanti né la seguo, siamo alla pari insieme.
Immaginate che mi porta il suo pacchetto di problemi, devo aiutarla a cercare cosa c'è là dentro: Devo sospendere il giudizio nei confronti di quello che mi porta; non rinuncio ai miei valori, li metto tra parentesi e ascolto. Quando viene ad esempio una donna che mi dice: « Voglio abortire», metto da parte i miei giudizi e ascolto la sua sofferenza.

• Così comincia il viaggio che è inizialmente un'accoglienza totale - Ti accetto come sei, ti ascolto - in un setting sereno, comodo con un uso appropriato del silenzio. Innanzi tutto silenzio interiore, interiorità profondo che mi dà la possibilità di legge¬re anche i silenzi dell'altro, che a volte esprimono più delle parole. Ascoltare in silen¬zio significa ascoltare il sé interiore per potere ascoltare l'altro.

• Avere una considerazione positiva dell'altro: "ce la fa, ce la farà non è uno stupido" Mi chiedo chi è l'altro: cliente? paziente? utente? ... tutti termini questi che fanno sentire e comportano un distacco, una lontananza da me. No l'altro è una persona e insieme facciamo un cammino; è una persona fisica, psichica e spirituale. Occorre avere il senso di questa considerazione positiva dell'altro. "io ti riconosco per quello che sei". A volte occorrerebbe anche dare una scossa forte, ma io tendo al positivo, alla carezza. Nella considerazione positiva dell'altro si trasmet¬te che lui può farcela, che lui stesso deve ritenersi positivo, che può accettarsi e ave¬re stima di sé, che può essere in grado di amarsi.

• A volte ci troviamo di fronte persone ripiegate, sfiduciate e noi siamo chiamati ad aiutare a far emergere i sentimenti: paura, rabbia, tristezza e a volte gioia. In se stessi i sentimenti sono positivi e vanno espressi; bisogna aiutare le persone ad espri¬merli. Ricordo una volta ero in consulenza con un'allieva che faceva tirocinio con me, e avevamo di fronte un giovane che provava una forte rabbia per suo padre. Allora gli ho detto :"Picchialo, menagli, picchia tuo padre!" Lui ha cominciato a menarmi e mi sono protetto con un cuscino, ma la mia giovane tirocinante e scappata ad avvertire: "Stanno menando a Luciano!" Occorre fare esprimere la rabbia, aiutare ad esprimerla per dare la possibilità di controllarla.

Occorre inoltre aiutare a prendere coscienza delle opzioni di scelta. Chi viene non sa che vi sono diverse possibilità per affrontare o superare un problema e anche noi occorre che riformuliamo bene per sapere se abbiamo capito. Quando parliamo di scelte non esprimiamo giudizi, noi non suggeriamo scelte è lui che deve deci¬dere.
• La consulenza ha lo scopo di aiutare a prendere decisioni autonome e mature:
- vederci chiaro, togliere la confusione,
- essere liberi dalle costrizioni è importante;
- favorire l'acquisizione del senso di responsabilità: le persone devono giungere a scelte responsabili in piena autonomia interiore.
• Il cammino porta a un cambiamento che non decido io quale deve essere. Non c'è consulenza/terapia senza cambiamento. Ma il cambiamento avviene attraverso I'¬
empatia / simpatia che dà calore e chiede calore.
Il consulente non può essere freddo dentro, la persona cambierà quando si sen¬tirà amata.
Termino con una sintesi di alcuni elementi che considero fondamentali nella consulenza:
• l'umiltà; occorre riconoscere i nostri limiti, combattere la presunzione; l'umiltà ad accettare a volte è rischiare il fallimento; a volte l'altro se ne va ... è un mio insuc¬cesso? ... nessuna presunzione, neppure nel fallimento ...
• la discrezione: il consulente non è invasivo, rispetta l'altro
• l'amore: è tutta la vita che lo cerco, da sempre cerco il raggiungimento totale del¬
l'essere dell'altro. A volte la persona può non capire l'empatia, ma se io non amo,
niente accade. Se non amo, tutto è nulla.
Termino questo incontro con voi, con un motto, una convinzione profonda: Ce la faremo!
Luciano Cupia




     
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